domenica 18 marzo 2018

MASSA CORPOREA: NON SOLO UN NUMERO!

Si sa, ogni promessa è debito! Pertanto, per mantenere fede a quanto detto la volta scorsa, oggi mi occuperò del metabolismo, del ruolo giocato dalla dieta nel controllo del peso e della composizione corporea. Niente sproloqui; dritti al punto.
Con il termine "metabolismo energetico", si fa riferimento ad una complessa serie di trasformazioni chimiche all'interno delle cellule eucariote e procariote che servono in particolare a:
- ricavare energia dalla degradazione di sostanze nutritive,
- convertire le sostanze nutritive nei precursori delle macromolecole,
- utilizzare i precursori per creare proteine, acidi nucleici ecc.
Si possono distinguere due tipi di metabolismo: quello basale, riferito ad uno stato di riposo, che indica la quantità di calorie spese nelle condizioni minimali, ovvero nelle funzioni per la sopravvivenza dell'individuo, e quello totale, che rappresenta la quantità di energia in eccesso al di fuori del metabolismo a riposo. Questo indice, si rifà alla quantità di calorie necessarie a compiere qualsiasi lavoro. I due processi sono calcolabili in maniera differente: per quanto riguarda il primo, i dati rilevati giungono dopo 12 ore di riposo e digiuno, ad una temperatura neutra, attraverso la rilevazione del consumo di ossigeno a riposo. Nel secondo caso, i dati vengono forniti principalmente dal lavoro dei muscoli volontari.
Una volta colto il ruolo del metabolismo all'interno dell'organismo, potete certo comprendere come tale meccanismo debba essere ben funzionante, perchè ciò permette di mantenere sotto controllo il proprio peso. Non a caso, molti dei problemi alimentari, scaturiscono da un malfunzionamento di questo processo. Tuttavia, come ben sappiamo, non basta avere un buon metabolismo, per poter scongiurare il rischio di disturbi legati all'alimentazione. Per evitare qualsivoglia risvolto negativo, è molto importante avere una consapevolezza di sè e della quantità di cibo ingerita. Molti studi sulla materia, dimostrano come il fabbisogno giornaliero di un uomo che svolge una normale attività fisica o lavorativa, sia di circa 3000 kcal/giorno. Per una donna che riversi nelle stesse condizioni, l'apporto ideale sarebbe di circa 2000 kcal/giorno.
Indubbiamente il metabolismo gioca un ruolo fondamentale nella capacità di bruciare le calorie ingerite, così come l'attenersi alle quote giornaliere sopracitate, tuttavia bisogna anche tener conto di altri fattori, come ad esempio il bilancio energetico. Questo deve mantenersi sempre su una soglia equilibrata, tra quantità di calorie assunte e bruciate. Qualora non vi fosse equilibrio, si parlerebbe di bilancio energetico negativo (bisogno energetico superiore all'apporto calorico, l'organismo ricava l'energia mancante dai grassi di riserva), o positivo (bisogno energetico minore all'apporto calorico, l'eccedenza viene immagazzinata sotto forma di lipidi). Ambedue le tendenze risultano estremamente dannose, perchè creano una serie di scompensi, che a lungo andare vanno a ledere il buon funzionamento dell'organismo. Certamente non è cessando di mangiare o dandosi ferree e dubbie regole che si riesce a rimodellare le proprie forme. La questione è ben più delicata e complessa di quanto tutti noi siamo portati a credere. Innanzitutto bisogna tenere a mente l'individualità di ogni organismo, in relazione alla propria composizione corporea.
Il peso di ognuno di noi, è dato dalla somma del peso totale dei tessuti fondamentali che lo compongono: muscolare, osseo ed adiposo. I primi due sono definiti massa magra, il terzo è detto massa grassa. Tenendo bene a mente il fatto che il malefico numerino che leggiamo sulla bilancia, non è dato interamente dal tessuto adiposo, possiamo calcolare con precisione l'indice di massa corporea, basandoci su una serie di tabelle altezza-peso. Tra queste, quella più utilizzata è IMC che, stimando la pesantezza dello scheletro, dei muscoli, degli organi, dei liquidi circolanti, ed infine dei lipidi, riesce a fornire un dato verosimile in merito al proprio peso-forma. Tale indice si ottiene dividendo il proprio peso per il quadrato della statura: IMC= p/h^2.
Ho pensato potesse essere molto interessante inserire l'aspetto dell'IMC per dar modo alle persone di rendersi conto dell'incredibile torto che fanno al proprio corpo quando, salendo sulla bilancia, si sentono inadeguate per la cifra letta. Penso che ognuno di noi debba maturare un rapporto sereno e consapevole con il  proprio fisico. Pertanto, ho dato così ampio respiro a questa sfaccettatura perchè credo nella sinergia imprescindibile che deve intercorrere tra mente e corporeità; aspetto già elogiato dai latini e riassumibile nella celeberrima "mens sana in corpore sano". Vorrei che passasse il messaggio che il corpo non è un nostro nemico, da combattere, tagliuzzare, sminuire e mortificare. Siamo tutti pieni di difetti, mancanti in molti aspetti, ma perfetti in virtù dei nostri sfregi.
Detto ciò,  sono ben contenta di dire che la volta prossima andremo ancora più a fondo ed inizieremo a lavorare sul regime alimentare che è bene tenga un atleta, sia in prossimità che in lontananza dalle competizioni.
Vi lascio dopo questo ennesimo "spoiler", con la speranza quantomeno di essere riuscita nel mio sport preferito: sollevamento (peso)... morale!!!
                                                                                                                       Ambra Natati

1 commento:

Unknown ha detto...

Condivido assolutamente soprattutto quando si parla dell'importanza di accettare ed amare il proprio fisico. È fuori dubbio che sia importante migliorarsi ma non deve diventare un accanimento e soprattutto non si deve necessariamente fare riferimento a degli stereotipi e a dei modelli che spesso nulla hanno a che fare con noi stessi.