mercoledì 9 agosto 2017

I colli francesi. Una vacanza in bici. Giorni 3 e 4

I colli francesi. Una vacanza in bici. Giorni 3 e 4

Col de la Madeleine - Col du Glandon


“Il terzo giorno è resuscitato”. Beh, direi che non è il mio caso! 
Il terzo giorno, sabato, le gambe sono di marmo, il battito è bassissimo e la mia capacità di adattarmi alla mancanza di ossigeno: nulla! Ad aggiungere benzina sul fuoco, la giornata non è delle migliori e il rischio pioggia è alto. Ecco allora la decisione che, come al solito, fa saltare tutti i piani fatti a casa: portiamo la macchina fino La Chambry, ai piedi di ben due monti, e li facciamo entrambi! Così, animati dai migliori intenti, raggiungiamo il paese stabilito e parcheggiamo. Sosta bagno, con caffè, e via che si parte: ovviamente in salita! Prima asperità: Col de la Madeleine. 20 km, pendenza media 8%, 1500 m di dislivello da dover compiere: poca cosa!
Io so e vi posso dire che 20 km sembrano infiniti, soprattutto quando le tue gambe urlano chiedendo pietà; che le “tombe” non aiutano, soprattutto quando c’è scritto che mancano ancora 12 km e che quello che stai per affrontare avrà una pendenza media dell’11%; che il fiato non torna, nonostante tutta la tua buona volontà, soprattutto se raggiungi i 2000 m slm. Però so anche che la soddisfazione di compiere, benissimo come sostiene chi mi accompagna, gli ultimi 3 km nonostante le gambe urlanti, non ha eguali; che leggere sulla “tomba” che manca un solo km, dà un sollievo immenso e che la vista da 2000 m, in mancanza di ossigeno, è impareggiabile e il Col de la Madeleine non fa eccezione! Da lassù si arriva addirittura a scorgere il Monte Bianco, in lontananza. Come si distingue dagli altri?!? E’ bianco! Innevato nonostante sia estate!
Col de la Madaleine. Vista del Monte Bianco


 e 5!





Una barretta veloce, foto di rito al cartello (siamo a 5 colli!), ci si infila lo spolverino e via in picchiata tra le prime gocce di pioggia. Arrivati di nuovo a La Chambry, attraversiamo la strada e, indovinate un po’, iniziamo un’altra salita: Col du Glandon! 17 km, 1400 m di dislivello e qualche goccia di pioggia. Inutile dire che già dai primi km mi accorgo che proprio non ne ho, ma un po’ per orgoglio, un po’ per caparbietà, decido di insistere, di far finta di niente, di cercare di prendere il ritmo. A poco a poco, anche se con fatica, le gambe iniziano a girare e i km passano. Prima -15, poi -10, poi -6, -5…ed ecco gli odiosi ultimi 3 km! Dovete sapere che, qualunque sia la lunghezza di una salita, qualunque ne sia la pendenza, comunque gli ultimi 3 km sono micidiali! E infatti, anche in questo caso, la regola non è stata smentita. L’amata tomba dice “-3 km. Pendenza media 9%” e ancora “- 2 km, pendenza 11%”, per finire con “-1 km, pendenza media 10%”. 

e 6!

Un rifugio semplice e improvvisato


Ancora adesso non so come ho fatto ad arrivare in fondo, cosa mi ha spinto a continuare, cosa mi ha impedito di mettere giù il piede o, peggio, di tornare indietro. Fatto sta che sono arrivata! Col du Glandon, 1924 m slm, e 6! Alla fine: pioggia evitata per un pelo, 80 km e 3000 m di dislivello! 


E, alla sera, come premio, ci siamo concessi una cena in un ristorante tipico, in alta montagna, a Aussois, meraviglioso paesino a 1700 m, con vista sulla valle e su un forte reale. Ovviamente, nessun cameriere, non solo non parla italiano, ma neppure inglese! E allora, come fare a ordinare? Beh, si improvvisa, tanto si sa che con la fonduta non si sbaglia mai! Fonduta e birra, il paradiso!




Anche i migliori hanno bisogno di riposare e, finalmente, è arrivato anche il nostro momento! Domenica: giorno di riposo. Un giro in paese per iniziare (con brioche e baguette), un pic-nic con vista cascate per continuare e una passeggiata in montagna, per concludere. 



Unico, piccolo, errorino: abbiamo sbagliato a calcolare la distanza da compiere a piedi, in montagna. Alla fine abbiamo camminato per 6 km, a pendenze proibitive, per 3 ore di passeggiata e pure l’acquazzone a conclusione di un giorno di riposo un po’ distruttivo! Ma come dico sempre: sbagliando si impara e qualche imprevisto, ogni tanto, rende tutto ancora più epico. La vista dai laghi e dei laghi artificiali di Aussois, inoltre, valgono la fatica di arrivarci!




Vista di Aussois

I laghi artificiali di Aussois


Erika

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