Voglia di evasione, voglia di divertirsi, voglia di
stancarsi facendo qualcosa di desiderato, voglia di staccarsi dai soliti
problemi, dalla quotidianeità, dalle solite facce, dai soliti panorami.
Ricerca di compagnia, di condivisione, di complicità.
Piena soddisfazione per quanto riguarda le sopraccitate
voglie, qualche insoddisfazione per quanto riguarda la ricerca. Questo perché
sono riuscita a trovare compagnia e condivisione solo per i primi 40 Km e poi?
Poi… via in solitudine ma con determinazione.
mappa del percorso |
Ma procediamo con ordine: appuntamento alle 10.30 del
mattino a Monzambano all’incrocio tra la ciclabile e la strada che porta a
Valeggio sul Mincio.
Così alle 9.40 inforco la mia MontainBike a Solferino e
pedalo di buona lena per i 15 Km che mi separano dal luogo dell’appuntamento.
La mattinata è serena e mi gusto le strade secondarie passando per la Madonna
della Scoperta, Pozzolengo, S.Pietro ed infine Monzambano dove incontro una mia
collega che mi augura BUONA PASSEGGIATA, incredula dei miei propositi.
Puntuale, alle 10.30 sono al luogo del ritrovo ma i miei
compagni di ventura tardano ad arrivare. Finalmente, alle 11.15, compaiono:
sono due ragazzi e due ragazze provenienti da Venezia, scesi dal treno a
Peschiera del Garda. Hanno già pedalato sulla ciclabile che costeggia il Mincio
in uscita dal Lago di Garda e passante davanti alla diga di Peschiera.
Finalmente ci avviamo verso Borghetto che raggiungiamo quasi
in fila indiana dato il delirio di ciclisti presenti sulla via. I compagni
veneziani giustamente vogliono visitare il borgo e così, bicicletta alla mano,
ci apprestiamo a guardarci attorno e a fotografare i punti più suggestivi.
lucchetti a Borghetto |
Il
quantitativo di turisti è davvero impressionante e così decidiamo di
allontanarci e di fermarci per il pranzo al prossimo punto di ristoro a
Bozzolo, sempre sulla ciclabile lungo il Mincio verso Mantova. Lesti lesti
raggiungiamo questo luogo e qui ci fermiamo fino alle ore 14.00 e godendoci il
panorama, il sole caldo e la piacevole compagnia.
Pozzolo vista Mincio |
lago di mezzo di Mantova |
gruppo sul lungolago di Mantova |
Dopo pranzo ripartiamo e ci dirigiamo verso Mantova che raggiungiamo alle 15.40 dopo un piacevole percorso ricco di chiacchiere, di paesaggi campestri e di tempo soleggiato con lento ma inesorabile avvicinamento di nuvole e di possibile temporale.
ciclabile tra Pozzolo e Mantova |
A Mantova scendiamo di sella e ci concediamo un fantastico
gelato artigianale, proprio di fronte al Palazzo Ducale.
I ragazzi veneziani sono soddisfatti: hanno raggiunto il
loro obiettivo e si apprestano ad andare in stazione per salire sul treno che
li riporterà a Venezia. Uno di loro sarebbe fortemente tentato di farmi
compagnia per il prosieguo del viaggio, ma la sorpresa dell’evento e la mancata
preparazione lo fanno desistere. A malincuore si offre solamente di
accompagnarmi al punto estremo, quello di fuoriuscita dalla città di Mantova. Sono
le 16.10 e al semaforo di via Risorgimento, quasi di fronte allo stadio, le
nostre strade si dividono.
Qui comincia la mia vera avventura: sono sola, su una
ciclabile che non conoscoe con una MontainBike che non è la mia abituale
bicicletta, troppo pesante, troppo dura da spingere. D’altronde l’ho preferita
a quella da corsa proprio per la scarsa conoscenza del percorso.
I primi Km mi trovano piuttosto tesa: la ciclabile costeggia
la statale che va da Mantova a Pietole e troppa è la paura di non vedere
qualche deviazione, di non riuscire a raggiungere l’argine del Mincio che mi
dovrà accompagnare fino a Governalo. La mappa che ho scaricato sul cellulare
parla di Pietole Vecchia, ma sul percorso nessun cartello mi indirizza da
quella parte.
Poi finalmente un’indicazione verso Andes e il percorso si
allontana dalla statale. Comincio a rilassarmi e a godere del panorama: sono
all’interno di un parco, alla destra del Mincio, anche se la presenza di questo
si percepisce solo. La direzione è quella per Bagnolo San Vito anche se un
divieto ad un incrocio mi fa dubitare delle mie scelte. Tentenno, avanzo e mi
ritrovo sulla statale: non può essere quella la giusta strada. Torno sui miei
passi e decido di imboccare la strada col divieto mentre cominciano a scendere
i primi goccioloni di pioggia.
E’ la scelta giusta: rincuorata accelero il passo e lesta
lesta pedalo verso Bagnolo San Vito, lasciandomi alle spalle il temporale.
Giunta nei pressi di Bagnolo San Vito nuovo incrocio: un
cartello a destra segna l’argine del Mincio ed uno a sinistra,
contemporaneamente, indica un altro percorso ciclabile. Sono dubbiosa: vedo in
lontananza una signora che passeggia e decido di raggiungerla per farmi
consigliare. La signora sta facendo il consueto giretto quotidiano con le cuffiette
e con un sorriso mi dice che posso scegliere l’uno o l’altro percorso: entrambi
mi porteranno a Governolo.
ciclabile tra San Vito e Governolo |
Opto per quello di sinistra, sull’argine del Mincio e la
scelta è vincente perché mi ritrovo su uno splendido sentiero, leggermente
rialzato rispetto al letto del fiume, ma parallelo e dominante quest’ultimo. Il
panorama è spettacolare e le foto scaricate lo dimostrano.
Ansa nel Po |
Diga Po/Mincio |
Segnaletica dopo Governolo |
Po |
Una volta ultimato il sentiero dell’argine, dove ho incrociato una coppia in MontainBike e un gruppetto di ciclisti che andavano in senso contrario, mi ritrovo a Governolo, esattamente dove il Mincio entra nel Po, confluenza regolata da una diga. Da questo momento in poi, ad accompagnarmi sarà il Po, il più lungo fiume d’Italia: me lo ritrovo alla mia destra, in un susseguirsi di anse e di ampliamenti.
Ormai è pomeriggio inoltrato, il temporale sembra ormai
scongiurato e la stanchezza comincia a farsi sentire. Mi convinco che la scelta
migliore sia quella di pedalare fino al massimo alle 18.30/18.45 e poi
cominciare a cercare dove trascorrere la notte. Guardando la cartina avevo
ipotizzato di fermarmi nei pressi di Sermide ma ora non più così sicura di
poterci arrivare entro un tempo ragionevole. Oltretutto il cellulare sta per
scaricarsi e temo di non riuscire ad utilizzarlo per la ricerca dell’alloggio.
Così, essendo Ostiglia a pochi Km, decido di iniziare le mie ricerche proprio
da questa cittadina.
Ostiglia |
Attracco navi sul Po |
Sull’argine incontro due signore che parlottano del più e
del meno, con le loro biciclette a mano. Mi avvicino e chiedo loro se mi sanno
indicare un posto dove poter trascorrere la notte. Gentilissima, una delle due
mi indica l’hotel Ciminiera, proprio di fronte a casa sua: mi indica la strada,
addirittura mi dà il numero del suo cellulare, pronta ad ospitarmi per la
notte, qualora non dovessi trovare posto in albergo.
Ringrazio, seguo le indicazioni e raggiungo l’albergo senza
alcun intoppo. Sono le 19.00: l’ora giusta per scendere di sella, rilassarsi un
attimo, fare una doccia ristoratrice e poi concedersi una lauta cena. In realtà
quest’ultima cede il posto ad una semplice pizza e poi la serata termina con la
visione di un vecchio film, comodamente adagiata sul letto.
L’indomani mattina, sveglia alle 7.30, lauta colazione alle
8.00 e poi via verso il raggiungimento dell’obiettivo Ferrara.
Sono di ottimo umore, il panorama soleggiato contribuisce a
rilassarmi, la ciclabile è davvero bella e ben tenuta e il Po è proprio lì a
due passi, alla mia destra. E proprio questo è il problema: secondo la mappa
che mi ero scaricata avrei dovuto percorrere il margine destro del Po ed
invece, avendo il fiume alla mia destra, significa che sto pedalando
sull’argine sinistro. Ecco perché non ho ancora trovato cartelli che mi
indichino località come Sermide o Revere! Decido di studiare con più attenzione
la segnaletica lungo il percorso e scopro così che mi trovo nella provincia di
Rovigo, che sto andando verso il mare e che, se voglio raggiungere Ferrara,
l’unica possibilità a mia disposizione è quella di attraversare il Po in
località Ficarolo e di riprendere l’argine destro in località Stellata. Così
faccio, dopo aver chiesto conferma a dei manutentori lungo l’argine.
Sono un po’ preoccupata, in primis per il rischio corso di sbagliare strada e poi perché il ponte sul fiume è sulla strada provinciale e temo il traffico.
Per fortuna tutto va per il meglio: il ponte sul Po non è
molto lungo e neppure particolarmente trafficato. Aldilà di esso mi ritrovo in
località Stellata in territorio ferrarese e facilmente raggiungo l’argine e
pedalo lesta lesta verso Bondeno.
Dopo circa 10 Km raggiungo questa cittadina: mi piacerebbe
visitarla perché mi hanno segnalato la presenza di una chiesa con degli
splendidi dipinti/affreschi, ma sono un po’ in ritardo sulla mia tabella di
marcia e temo di avere degli intoppi nel prendere il treno a Ferrara.
Strada per Bondeno |
Ponte sul Po |
Così tiro
dritto e, dopo un paio di incroci scarsamente segnalati e le domande ad alcuni
passanti, imbocco il sentiero Burana che mi porterà direttamente a Ferrara.
E’ un sentiero asfaltato, di dimensione da permettere il passaggio
di due sole biciclette affiancate: andata e ritorno, completamente ombreggiato,
avendo alberi su entrambi i suoi margini. Inizia con un ponte in ferro e si
snoda per circa 15 Km fino a portarti alla periferia di Ferrara.
Sentiero Burana |
Ed ecco la città: sono le ore 13.00 e sono più che
soddisfatta. Ci sono riuscita! e raggiante fermo un passante ciclista e mi
faccio fare una foto sotto il cartello FERRARA CITTA’ DELLA BICICLETTA.
Castello degli Estensi |
Castello degli Estensi |
Chiesa a Padova |
Faccio
una breve sosta in stazione per accertarmi di poter prendere il treno delle ore
14.57 e poi ho tutto il tempo per fare un giro in centro, vedere il castello
degli Estensi e fermarmi al parco per un frugale pranzo al sacco. Alle 14.20 mi
avvio in stazione e prendo prima il treno che mi porterà a Padova e, dopo circa
40 minuti di sosta in città, un ulteriore treno che mi porta direttamente a
Desenzano (arrivo previsto ore 18.26).
E poi via, di nuovo in sella, per gli ultimi 15 Km che mi
riportano a casa, dove arrivo alle ore 19.00.
La mia avventura è terminata: ne valeva davvero la pena!
Sono contenta, soddisfatta, orgogliosa e ancora una volta il
mio motto è: VOLERE E’ POTERE! O, come direbbero i miei amici di BAG, MAI MOLAR!
Papaveri a Desenzano |
Vaccarolo |
Rientro a casa! |
Ornella Puricelli