Il terrore di una pagina bianca. L’incapacità di riempirla
con alcunché. La fobia più grande di qualsiasi scrittore.
Sono stata ore a guardare il foglio immacolato, senza
riuscire a battere nemmeno un carattere. Mi sono ritrovata a pensare ad un
incipit, a riflettere sull’attacco giusto, indagando tra i miei interessi, le
mie passioni. Finalmente ho trovato il mio prologo. Ho pensato di partire da
ciò che amo. Adoro parlare di filosofia, per esempio. È la mia materia
preferita, ed i filosofi sono i miei amori platonici. Tra questi spicca il
danese Kierkegaard. Mi piaceva l’idea di aprire questo nuovo post citandolo.
“L’uomo per natura è portato a prendere continuamente
decisioni, che si configurano come definitive ed assolute, dette <Aut Aut>.
Tali scelte, generano nell’uomo uno stato di angoscia perenne”.
Niente di più vero. Ciò è riscontrabile in ogni ambito,
anche in quello alimentare. Ognuno di noi si improvvisa dietista e porta avanti
regimi alimentari deleteri per l’organismo, vivendo in un perenne stato di
angoscia, dato dal sentirsi sempre in difetto, in conflitto con il proprio
corpo. Talvolta siamo portati a bandire dalle nostre tavole alimenti essenziali
per l’organismo, senza renderci conto del danno che stiamo causando. Tutti gli
alimenti sono utili e solo ingerendoli nelle giuste dosi vanno a coprire il
fabbisogno giornaliero.
Se si possono fare scelte più oculate per quanto riguarda la
natura degli alimenti che contribuiscono alla quota proteica, glucidica e
lipidica, non si può rinunciare ad assumere quotidianamente 5 porzioni tra
frutta e verdura. È importante ingerire alimenti di colori diversi: bianco, verde,
giallo o arancione, rosso e blu o viola. Tali pigmenti denotano la presenza di
uno specifico “phytochemical” (scudo protettivo capace di bloccare la crescita
di cellule tumorali, malattie come l’arteriosclerosi e potenziare l’azione
antiossidante).
Un altro atteggiamento assolutamente distruttivo per la
salute psicofisica, passa attraverso l’ennesima dotta citazione, questa volta
di origine ben più antica. Il noto detto latino “melius abundare quam
deficere”, di certo non va mai preso alla lettera, soprattutto quando si tratta
di ingerire alimenti. Facciamo un esempio, per non rimanere troppo sul vago. Le
proteine non vanno mai assunte in eccesso, anche se presenti in diete da
definizione. Non devono sostituire la quantità di carboidrati e portano ad un sovraccarico
di lavoro di reni e fegato, che di certo è deleterio per il fisico. Inoltre è
essenziale diversificare le fonti proteiche.
Infine forse è bene trattare l’annoso tema della
disidratazione. Il cattivo reintegro di liquidi, conduce a problematiche
enormi, ben più ingenti del fastidioso senso di sete. Esso va ad intaccare la
capacità dell’organismo di disperdere il calore. Per abbassare la temperatura
corporea, il corpo agisce in due tempi: innanzitutto con la vasodilatazione
cutanea e successivamente attraverso l’evaporazione del sudore. Il meccanismo
di sudorazione parte dal lavoro delle ghiandole sudoripare, che sono in grado
di estrarre grandi quantità di liquido extracellulare. Se tali quote non
vengono reintegrate a dovere, il liquido extracellulare aumenta la propria
concentrazione e l’organismo è costretto a richiamare acqua dal sangue. Ciò
porta ad una riduzione del volume ematico, che a sua volta innesca un
meccanismo di “conservazione”, che inibisce la sudorazione e l’evaporazione. Il
tutto culmina in un aumento del carico di lavoro dell’apparato
cardiocircolatorio e della temperatura interna, il cosiddetto “colpo di
calore”.
Gli esempi citati, sebbene siano molto diversi tra loro,
servono a costruire quella che Marx chiamerebbe una “coscienza di classe”, una
consapevolezza dell’importanza di soppesare ogni decisione, tenendo sempre a
mente la possibilità di arrecare danni ingenti all’organismo, se questo non
viene trattato con cautela e giusta misura. Il corpo è il tempio di ogni
individuo. Va valorizzato, curato e protetto. La salute mentale passa
attraverso quella fisica!
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